Poi vado su tom's hardware senza un motivo preciso. E anche questo non è bene.
Poi mi cade l'occhio su questo articolo. E anche questo non è bene.
Un membro dell'attuale governo (ma che strano) decide improvvisamente di questionare la reciprocità tra Stati. WTF?
Certo è logico che sia il Ministro per lo Sviluppo Economico a fare una dichiarazione del genere... lo è un po' meno se si valuta di quali agenzie siano l'oggetto della dichiarazione.
Mi piacerebbe bollarlo come un "semplice" caso di Stato che ostacola il movimento dei flussi di capitale in ottica anti-globalistica, e già la cosa sarebbe abbastanza ridicola per un paese della UE nell'anno nel 2010 d.C.
E' però ridicola il doppio se consideriamo che questa inusuale mozione ha come attori:
- Un ministro che, benché giustamente di Partito, ha partecipato in diverse attività di lobbying a favore del Gruppo Fininvest (non link tutto, basta leggere Wikipedia)
- Tale ministro è rappresentante di Governo presieduto da un parente stretto (per non dire proprietario diretto, ovviamente) del proprietario della ditta italiana in questione, contrapposta a quella USA
- Nessuno, come già detto, mi risulta avere mai mosso una mozione del genere, che si traduce nell'ostacolare gli investimenti in Italia di una ditta straniera; un gesto molto irrazionale in un economia internazionale moderna che trova il suo punto di forza proprio negli investimenti intra-nazionali all'interno del cosiddetto "blocco Occidentale", volendo per amor di chiarezza trascurare i paesi BRIC e simili
Ovviamente, la cosa sarebbe rilevante se nell'interesse "dei privati" fosse nascosto un interesse strategico: ma non è questo il caso. Per usare terminologie standard (e non quelle tipiche di questo strano paese italiano), si potrebbe parlare di attività di Lobbying non strategicamente vitali, elevate però a un livello altissimo: voglio dire, le Lobbies statunitensi, per quanto potenti, non siedono al Governo. E inoltre, negli Stati Uniti le lobby sono perfino riconosciute giuridicamente: qui in Italia, è tutto "in nero". E non c'è quasi per niente traccia di una relativa concorrenza nel lobbying; a valutare da notizie come queste si direbbe che mentre negli USA esistono varie lobbies che seguono vari interessi, qui in Italia esista quasi un monopolio: il Biscione.
Tutto questo articolo è ovviamente solo un tentativo di usare strumenti standard per situazioni che non mi sembrano standard. O perlomeno per il mondo occidentale. Qualche volta, dirò, vedo delle analogie con i casi africani di cui nel libro di Giovanni Carbone...
Fantastico... l'Italia si sta rivelando una fonte di "casi" economici degni dell'Indocina
Nessun commento:
Posta un commento
Sii gentile prego ^.^
- Saffo
P.S. I commenti anonimi non sono molto benvenuti. Datevi un nome, anche un nickname - l'identità è parte della conversazione.