domenica 23 marzo 2014

L'Abito fa il monaco

Sono tempi strani questi. 

A inizio anno, stanco di un periodo della mia vita insoddisfacente che faceva seguito ad un altro strano periodo della mia vita che ha seguito la laurea, mi ero messo a fare una breve serie di buoni propositi. Tipo cambiare in meglio, vivere meglio la vita, decidere un po' cosa fare della sopracitata. 

Ecco, iniziamo con il dire che a modo mio - perché le cose le faccio sempre a modo mio, si direbbe - i buoni propositi li sto seguendo e forse anche realizzando. Un po' in ritardo, forse, 'che tipo solo ora mi rendo conto che li sto realizzando, ma ci sta. Due mesi di ritardo, dopo un anno, sono poca cosa. Forse. 

Per il compleanno di un amico della compagnia di Rho (perché ormai la mia nightlife è più a Rho che a Milano) avevo promesso di venire al concerto di Max Pezzali al Forum di Assago, lo scorso  Febbraio. Io non ascoltavo Max Pezzali da diverso tempo, e a malapena sapevo qualche nota di "L'Universo Tranne Noi". Mi ero promesso di recuperare su Spotify i due album di buio (dopo "Il mondo insieme a te" non ho più comprato suoi dischi) ma non l'ho mai fatto.
L'album di traino del concerto, MAX 20, era stato da me bollato come commercialata e buttato nel dimenticatoio alla sua uscita.

Tuttavia non avevo buttato nel dimenticatoio Max - il suo programma su Deejay TV mi aveva fatto conoscere il mondo della moto, e i miei amici sanno quante palle ho rotto loro sull'idea di comprarmi una moto (parlerò più avanti di come questo sia un sogno forse irrealizzabile).


Beh, insomma: finito il concerto ero diventato un Pezzaliano, a modo mio ma sempre pezzaliano. Ho riversato a computer tutti i miei vecchi dischi di bambino, e per un po' ho ascoltato solo 883 e Pezzali. Ogni tanto un po' di metal francese, ma giusto per staccare. Einaudi solo il sabato notte quando tornavo a casa stanco morto. Poi ci sarebbe l'attività corale, ma quella è un po' in pausa e sto studiando veramente poco. Aver comprato "I Cowboy Non Mollano Mai" non ha migliorato le cose: ora almeno una volta al giorno ne leggo qualche pagina, con circospezione e rapimento, sciorinando le pagine con il contagocce con il timore non solo di perdermi qualcosa, ma di finirlo troppo presto. 

Capiamoci: non sto crescendo nel mito di Max Pezzali. Sto crescendo nel mito di uno che ce l'ha fatta, è una cosa un po' diversa. Poteva essere Pezzali come gli 883 come Fiorello come Barry Gibb. Stavolta si sono accordati anagrafe, geografia e storia.


Comunque qualche molla in testa mi si è sbloccata. Tante piccole cose che magari c'erano già, avevo già notato, hanno iniziato a combaciare tra loro come un mosaico che non sapevo esistesse prima.
Remore di una adolescenza simile ma diversa negli esiti - Max una compagnia l'ha avuta fin da ragazzino, io ho dovuto aspettare i vent'anni per inaugurare la socializzazione che di solito ha un sedicenne - qualcosa degli Ottanta e dei Novanta di Max ha sgocciolato nel mio inconscio mutando, si direbbe, qualcosa nel mio modo di vedere la vita. 

Ho ripreso in mano la chitarra, ma con uno spirito un po' diverso. Ho iniziato a guardare il guardaroba e capire che metà di quella roba era da galera. Ho iniziato a fare tante piccole cose che magari facevo già, ma in un modo diverso. Una stronzata sopra tutte: ho iniziato a mettermi magliette e camicie sopra. La prima di quest'ultime è un regalo della mia ex che non avevo messo tipo mai. Sbagliavo solo l'uso, e ora non la darei via per niente al mondo. Lo so, sono cazzate, e anche cazzate un po' fuori moda (pensate che volevo mettermi sotto una maglietta degli 883, uno di queste settimane). So 1990s. So hipster. Sticazzi. La camicia a quadri da boscaiolo me la sono comprata perché mi piace, mica voglio essere Kurt Cobain la vendetta.

Però sono fatto così, sono le piccole cose che mi cambiano. L'abito fa il monaco. Non perché cambi effettivamente quello che c'è sotto la tonaca, ma perché se anche è una sorta di maschera, è una maschera che facilita il contatto tra l'io e il fuori. Ok, fine della parentesi psicologica però.

Nel frattempo ho partecipato ad una festa per San Patrizio dove ho conosciuto tante belle persone, ognuna con le sue storie, che mi dispiace solo non aver potuto sentire tutte. Ognuno di noi ha i suoi scazzi.

Lì ho capito che ci stavo dentro. 
I can't wait. Sono ancora un po' infangato, ma passa tutto.


P.S. in tutto questo, non vado in palestra da mesi, e 4-5 kg in più me lo ricordano. Ma lavoreremo anche su questo.


giovedì 13 marzo 2014

Terzo tempo

E' da veramente tanto che non scrivo più. Tanto tempo, davvero tanto. Forse nel tempo ripercorrerò tutte le cazzate che sono successe in questo anno, che sono poche ma nemmeno così poche.

Se una delle mie più grandi paranoie è il pensiero di non avere vissuto abbastanza cazzate nella vita, non posso nemmeno essere troppo crudele con me stesso e dire di non avere quantomeno provato a recuperare.

Da un po' pensavo di scrivere quel che mi succede, come con i vecchi cari blog di una volta, i diari digitali: eppure non ho mai trovato un momento per farlo. Sono passati 12 mesi e non ho mai trovato un momento per me. Vi sembra normale? A distanza di 7 anni dall'ascolto, capisco il senso di alcuni brani di "Time Out" di Max Pezzali. Forse questo non è il mio secondo tempo, ma se a Capodanno avevo promesso a me stesso che il 2014 sarebbe stato un momento di raccoglimento prima di spiccare il volo di nuovo, nulla mi vieta di iniziare già a correre. Sono partito tardi, dopo due mesi volati praticamente via dalle mie mani?

Riconosco la cazzata, e come al solito non so darmi una spiegazione. Non una concreta. Capita. Prendo nota e vado avanti.

Scrivo questo avendo letteralmente davanti agli occhi "I Cowboy non Mollano Mai" di Max Pezzali. Sono davvero contento del mio acquisto. E non avete idea di quanto certe volte invidio quel che leggo. Ma anche se parto con 10-5 anni di ritardo, sono sempre in tempo.