giovedì 16 dicembre 2010

Futuria

Forse dopo la laurea per me sarà già un successo trovare lavoro da un commercialista, in virtù del mio diploma in "ragioneria" (non si chiama più così, ma preferisco dire così che definirmi "Perito aziendale").

Il campo di studi che ho scelto è un po' un campo del cazzo, che qualche volta mi sembra senso solo nei centri studi al soldo delle grandi multinazionali piene di soldi, e ho capito che per farsi un nome in questo campo bisogna per forza laurearsi in un'università di quelle toste (leggi: di quelle che costano 10.000€), altrimenti sono solo uno dei tanti scienziati della merenda.

Il mio campo sarebbero le scienze politiche, solo che sarebbe per me una figata entrare nel campo di un qualcosa che non esiste accademicamente, cioè appunto l'uso della matematica e della scienza sociale (economia inclusa) per progetti di assistenza al decision-making industriale e governativo. Ecco, l'ho detto.

Insomma qualcosa di simile alla
psicostoria.

E dire che il nick HariSeldon lo usavo solo perché non mi venivano in mente altri nomi...

martedì 14 dicembre 2010

Corsi e ricorsi della Storia. #1

Una volta le manifestazioni erano il segno della volontà popolare, oggi sono solo il segno di una "degenerazione della politica" e dell' "odio pregiudiziale che sconfiggeremo con l'amore".

Compito per casa: data una frase come:
Queste manifestazioni oggi sono solo il segno della "degenerazione della politica" e il segno che c'è bisogno di un uomo forte
Individuare in quale altro periodo storico della Storia italiana moderna è identificabile l'esistenza di questa affermazione.

sabato 11 dicembre 2010

Only the Lonely

Di questi tempi sto usando facebook nel modo forse sbagliato. Aspirando al suo uso come piattaforma di interconnessione, è in realtà probabilmente solo uno strato agente come velo filtrante. Le modalità in cui questo velo filtra non sono controllate da me, almeno per la maggior parte. Ma certo è che non sta funzionando molto, come aggregatore. In parte sono limiti tecnici (gli aggiornamenti sono proporzionali in base all'estensione dei rapporti con una persona: se con X parlo poco, ricevo pochi aggiornamenti, il che è logico ma in fondo poco sensato per un SOCIAL network), in parte sono limiti mentali (beh, perfino io chiudo fb quando non voglio parlare con qualcuno), in parte strutturali.

Insomma bisogna trovare un altro modo per farsi degli amici, con 'sto coso qui mi faccio solo corrispondenze/chattate di poco conto, soprattutto se quello che voglio è avere più amici vicini.


In breve: mi sento un po' solo e insoddisfatto, tanto per cambiare.


P.S. oggi ho (re)imparato che non tutti sono come me, che non tutti hanno il mio stesso background, e che se è vero che non tutti possono essere capiti, è altrettanto vero che non tutti possono essere categorizzati anche solo "alla buona".

venerdì 10 dicembre 2010

Invece di studiare: deliri economici

Invece di studiare vado su internet. E questo non è bene.
Poi vado su tom's hardware senza un motivo preciso. E anche questo non è bene.
Poi mi cade l'occhio su questo articolo. E anche questo non è bene.

Un membro dell'attuale governo (ma che strano) decide improvvisamente di questionare la reciprocità tra Stati. WTF?
Certo è logico che sia il Ministro per lo Sviluppo Economico a fare una dichiarazione del genere... lo è un po' meno se si valuta di quali agenzie siano l'oggetto della dichiarazione.

Mi piacerebbe bollarlo come un "semplice" caso di Stato che ostacola il movimento dei flussi di capitale in ottica anti-globalistica, e già la cosa sarebbe abbastanza ridicola per un paese della UE nell'anno nel 2010 d.C.

E' però ridicola il doppio se consideriamo che questa inusuale mozione ha come attori:
  1. Un ministro che, benché giustamente di Partito, ha partecipato in diverse attività di lobbying a favore del Gruppo Fininvest (non link tutto, basta leggere Wikipedia)
  2. Tale ministro è rappresentante di Governo presieduto da un parente stretto (per non dire proprietario diretto, ovviamente) del proprietario della ditta italiana in questione, contrapposta a quella USA
  3. Nessuno, come già detto, mi risulta avere mai mosso una mozione del genere, che si traduce nell'ostacolare gli investimenti in Italia di una ditta straniera; un gesto molto irrazionale in un economia internazionale moderna che trova il suo punto di forza proprio negli investimenti intra-nazionali all'interno del cosiddetto "blocco Occidentale", volendo per amor di chiarezza trascurare i paesi BRIC e simili
Insomma, un bel conflitto di interessi. Ma mentre di questa questione potremmo anche non curarcene (del resto non ce ne curiamo da quindici anni), dal punto di vista economico è un buono spunto di riflessione. Ovviamente è improprio citare un caso idiota come questo come esempio di analisi di decisioni strategiche (è una faccenda che, benché meschina, riguarda il solo territorio italiano), ma penso che potrebbe essere un inizio. Del resto, se già il confine tra liberalizzazione e protezionismo è una terra di nessuno dove una cosa si incrocia all'altra, è interessante vedere come la lotta tra gli interessi strategici nazionali e le dinamiche globalizzate si possa "arricchire" con l'interesse dei privati e della politica.

Ovviamente, la cosa sarebbe rilevante se nell'interesse "dei privati" fosse nascosto un interesse strategico: ma non è questo il caso. Per usare terminologie standard (e non quelle tipiche di questo strano paese italiano), si potrebbe parlare di attività di Lobbying non strategicamente vitali, elevate però a un livello altissimo: voglio dire, le Lobbies statunitensi, per quanto potenti, non siedono al Governo. E inoltre, negli Stati Uniti le lobby sono perfino riconosciute giuridicamente: qui in Italia, è tutto "in nero". E non c'è quasi per niente traccia di una relativa concorrenza nel lobbying; a valutare da notizie come queste si direbbe che mentre negli USA esistono varie lobbies che seguono vari interessi, qui in Italia esista quasi un monopolio: il Biscione.

Tutto questo articolo è ovviamente solo un tentativo di usare strumenti standard per situazioni che non mi sembrano standard. O perlomeno per il mondo occidentale. Qualche volta, dirò, vedo delle analogie con i casi africani di cui nel libro di Giovanni Carbone...


Fantastico... l'Italia si sta rivelando una fonte di "casi" economici degni dell'Indocina

sabato 4 dicembre 2010

Spunti per trame

Sono una persona spesso molto creativa. Troppo. No, davvero, troppo. Al pari del Grande Maestro Isaac Asimov, nella mia zucca frullano decinaia di idee, e il peggio è che le sviluppo anche per immagini mentali, o meglio ancora sotto forma di una specie di teatro mentale con me come unico regista e spettatore - a volte anche attore.

In realtà la maggior parte delle volte sono spunti completamente slegati, spesso pieni di buchi incolmabili - dato che sono scene che penso servano a dare sfogo alla mia infinita emotività, credo.

Oggi farò un elenco, dato che sono di moda gli elenchi (grazie, Saviano).

  • Un ragazzo e una ragazza vivono una serie di avventure braccati da una misteriosa organizzazione, in cerca di dati su un progetto misterioso che riguarda una macchina del tempo. La sfida sarà il trovare decine di indizi di eventi che devono ancora accadere o sono già accaduti prima di altre persone. Alcuni indizi sembrano indicare che nel futuro il figlio dell'unione dei protagonisti stia muovendo le fila di tutto, ma non sarà proprio così...
  • Una ginoide (un robot a forma umana, però femminile) viene inserita nelle file di un'organizzazione non a scopo di lucro per il recupero di un'area devastata da una guerra. Lei è in realtà un robot da guerra recuperato con una bassa stima di sé stessa per via delle sue colpe e azioni; via via diverrà amica di un ragazzo che arriverà infine a innamorarsi di lei. La storia segue il maturare psicologico dei due personaggi nel contesto della ricostruzione post-bellica, soprattutto a livello della sfera emotiva-sentimentale. Scopriranno difetti e virtù, e gli ostacoli alla nostra crescita che ci vengono posti dagli altri, dagli eventi, e soprattutto da noi stessi.

Poi boh, ce ne sono altre: queste sono quelle di oggi.