lunedì 3 ottobre 2011

Non è solo ricerca di Equilibrio...

Ma non è che sia solo una faccenda di equilibrio. E' una faccenda di non fare cazzate e di tenere conto delle conseguenze delle proprie azioni senza fare le cose alla leggera, ma contemporaneamente senza andare in paranoia. È rendersi conto che se già duemila anni fa due buddhisti chan (o zen che dir si voglia) cinesi in croce dicevano che bisogna considerare le reazioni naturali degli altri oltre chee proprie, una ragione c'è.

Il fatto è che se non si sa davvero che cosa si vuole dalla vita, o se ne si ha una idea abbozzata, c'è poco da rompere le palle a sé stessi e agli altri. E magari mettere in mezzo persone con le quali nelle tue vaghe aspirazioni oniriche faresti ben altre cose che, nella realtà, una lezione di psicologia inframezzata a una più grande lezione di vita e comportamento sociale, di autoscoperta tramite una rozza ma sinceramente spinta ermeneutica.

Ok dispiace e tutto ma forse è megli così. 'che se si han già tanti difetti e problemi e meccanismi e fili da dipanare, tanto vale non proferire parola su quello che il tuo talamo cerebrale suggerisce di pensare. Non che certe persone non sappiano già tutto, certamente. Sì insomma magari poi leggono questo testo e si dicono "seh, ma guarda che scemo, ancora a pensare a queste cose", e che cazzo ci posso fare se sono attratto da una persona. O se m'è venuta una cazzo di fissa da un anno a questa parte di come mi manchino delle cose, una autoillusione che alimento quotidianamente usando 'sta cazzo di internet. Ma vaffanculo, 'rcogiuda, ci credo che poi peggioriamo.

Alla faccia di Beppe Fenoglio e di Pasolini e dei CSI, perlomeno, l'irata sensazione di peggioramento m'è passata. Mi manca quella di miglioramento, che va e viene. Ma sempre per parafrasare, sarebbe il caso di lasciare fluire il dolore, perché se la felicità è senza fine sicuramente non ha degi bei ospiti in casa se ve sottostare a un lago di mortemale.

Continuo a pensare che se fossi omosessuale sarebbe tutto "più migliore", ma forse è un'altra illusione causata  da un singolo fatto/aneddoto cui costruisco sopra un intero castel come al solito.