giovedì 9 settembre 2010

Ermeteuse #2

Lo stesso Ermeteuse non aveva mai nascosto che il suo nome era falso - o quantomeno non era il nome datogli da chi lo generò e crebbe. Quando lo portarono nel villaggio, tre anni prima, l'unica cosa che poté dire quando si risvegliò era che si era svegliato da un sonno artificiale, e che poteva essersi dimenticato qualcosa. L'avevano ritrovato nell'entroterra abbandonato, colmo di rottami bellici e prebellici, e dove ancora si potevano trovare le rovine di una città abbandonata già prima della Guerra. In un solitario torrione che si alzava sbilenco, con un angolo piuttosto stretto, un furgone di cacciatori di reperti aveva notato delle luci che non solo erano accese, ma lo erano rimaste per tutte le due settimane che i cacciatori avevano dedicato a quella zona. Andando in avanscoperta, un esploratore tirò incautamente una leva, e fu così che scoprirono quello che Ermeteuse identificò poi come un sistema di espulsione di emergenza per camere di ibernazione. Ma quello che c'era sotto questo tubo di espulsione, Ermeteuse non lo seppe mai dire. Qualcuno, nell'Esercito, sospettò che Ermeteuse mentisse: ma in ogni caso a loro non interessava saperlo, dato che da alcune traccie dell'antico Catasto, quella zona altro non era che un Bunker di Hibernacula, dove altro non c'era se non paratie blindate e nuclei di ibernazione. Nuclei che dovevano essere per forza di cose spenti o danneggiati oltre ogni limite, se quello di Ermeteuse fu l'unico ad essere espulso, soprattutti dati i cedimenti del terreno provocati dalle piogge e dalle bombe del decennio prima.

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- Saffo

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