sabato 25 settembre 2010

Ermeteuse 4

Due giorni dopo, mentre sedeva sul tetto dell'ostello con il suo nuovo fratellastro, il ragazzo ancora senza nome aveva fissato le stelle. Il suo sguardo si era spostato lungo l'Equatore celeste, fino alla Cintura di Orione. Ignorate le tre brillanti stelle che nei secoli avevano rapito lo sguardo di interi popoli prima di lui, era risalito lungo l'occidente, e all'opposto di Rigel aveva visto una potente luce azzurra. L'aveva già vista, l'aveva già sognata... in un passato lontano.

Il nome di un antico personaggio leggendario, che racchiudeva in sé secoli di passati filosofi e divinità e riflessioni metafisiche, gli era balenato nella mente: e quella stella, così bella...

"Ermeteuse" disse. "Potete chiamarmi così". Mentre diceva queste parole, non aveva mai staccato gli occhi del corpo da quella brillante stella azzurra, mentre gli occhi della mente viaggiavano lungo secoli di cultura umana. Anche quando il suo ora fratellastro gli chiese di ripetersi, Ermeteuse era come se fosse altrove.

In ogni caso, difficilmente un albergatore poteva sapere qualcosa di ermetismo e neoplatonismo rinascimentale: e Ermeteuse non ebbe mai la voglia di spiegare il motivo di quello che era solo un capriccio, benché fosse ora l'identità che offriva al mondo esterno.

2 commenti:

  1. Condivido pienamente il suo punto di vista. Ottima idea, sono d'accordo con lei.
    Assolutamente d'accordo con lei. Ritengo che questa sia un'ottima idea.

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Sii gentile prego ^.^
- Saffo

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