martedì 5 febbraio 2013

Tradurre "liberismo"

Interessanti riflessioni "linguistiche", mentre elaboro il progetto di ricerca della mia tesi tecnicamente si chiama "elaborato finale", ma vuoi mettere il bullarsi dicendo "sto scrivendo la tesi"?.

Sostanzialmente il "liberismo", termine esecrato da ogni parte nella sinistra italiana e non italiana, è una parola in lingua italiana. Il termine inglese pare sia stato introdotto da Giovanni Sartori, un finissimo politologo ma a quanto pare scarso economista. Su questa ultima affermazione in effetti potrei esser d'accordo, la nozione di labour/capital abundant me la ricordo ancora.

Questo articolo è parecchio illuminante sulla questione. Intorno a questa parola si è costruita una serie di mitemi che non corrispondono per forza al significato stesso della parola e al suo carico semantico e simbolico. Va detto però che questo accade spesso in politica e in economica: le parole vengono usate al di là del loro significato - se ne hanno uno - o per la precisione vengono usate con un carico emotivo attribuito da chi le usa. Insomma una parola ha il significato implicito che gli da' chi la pronuncia. 

In questo modo se Vendola da' del "liberista" a Berlusconi, tutti a sinistra concordano perché conoscono il "liberismo" come quella "tag cloud" di parole maledette (mercato sregolato, demolizione del welfare, privatizzazione, etc.) quando volendo uno potrebbe obiettare che Berlusconi non sia liberista perché nelle sue iniziative di governo ha spesso facilitato l'uno o l'altro settore. 

Questo ultimo elemento in realtà introduce ad una schizofrenia del neoliberismo emersa continuamente (e che ho studiato in un interessantissimo corso sui processi della globalizzazione) per la quale nonostante il quadro attuale sia formalmente neoliberista, in situazioni di crisi una grande azienda può richiedere con successo l'intervento dello Stato in ambiti finanziari, legislativi, di politica estera. 

Forse mi sono spinto un po' oltre con i collegamenti... tornando al discorso iniziale, ho il sospetto che negli USA "liberalismo", che qui in Italia ha un significato collegato a "liberismo", sia una parola usata invece da quella che chiameremmo "sinistra" (è difficile parlare di sinistra e destra, quando si parla degli USA).

Per concludere? Forse una conclusione non c'è. Come al solito le parole vengono usate a seconda di chi le pronuncia, del contesto di riferimento, di quello che si vuole ottenere. Alcune parole vengono create ex novo, altre vengono deviate dal loro significato originale, altre - o tutte - vengono male interpretate. 


Edit. A quanto pare questo è il mio 100simo post. Auguri a me :)

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- Saffo

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